Michael Jackson Truth & Confession by F. Z KHAN - Capitolo 4° JOSEPH e GLI ALTRI

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    Michael Jackson Truth & Confession by F. Z KHAN



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    Capitolo 4°



    JOSEPH e GLI ALTRI



    Parlare con il fantasma di Michael era affascinante . Egli fu pressoché onesto con me ,sulla sua vita. Non aveva però mai parlato della sua famiglia e sembrava evitare l'argomento . Forse il suo lato geloso glielo impediva, ma senza questo argomento, la sua storia sarebbe rimasta vuota e incompleta . Dovevo chiedere al fantasma di parlarne.
    " Ho notato che non parli molto della tua famiglia. Ti imbarazza che essi stiano guadagnando soldi con la tua morte?"
    "Io amo vedere che prosperano e migliorano la loro vita" Rispose con lealtà " E se posso essere loro utile sono modestamente orgoglioso di farlo"
    "Sentono la tua mancanza?" Ero confusa, dato che i Jackson erano di così buon umore che era impossibile dire che avessero sofferto una terribile perdita.
    "Cosa importa" Domandò l'anima con sguardo inquisitorio e un pizzico di sdegno. "Cosa importa cosa pensano ora, non è per niente importante. Comunque io vivrò in loro e me ne prenderò cura"
    "Ti prenderai cura di loro!?" Esclamai " Mamma mia, come se fossero dei bambini, dici?"
    "Per me loro sono molto simili ai bambini" Sorrise" Mi sono preso cura di loro, delle loro necessità, dei loro capricci, delle loro passioni per tutta la vita. L'ho fatto come un genitore. Questo è quello che intendo, quando dico come bambini"
    "Sei sarcastico o serio? " Mi stavo divertendo.
    "Sono realistico. Ho vegliato su di loro. E' sempre stato così" disse
    "Se tu ti prendevi cura di loro, loro cosa facevano per se stessi?"
    "Non lo so. Dicevano che stavano lavorando, sebbene io non sono sicuro di cosa fosse. Ho creduto a ciò che dicevano" Rispose in tono gentile.
    "Ti sei preso cura di loro. Cosa hai fatto esattamente?"
    "Beh, non ho servito loro la colazione, se è questo quello che stai chiedendo" Rise "Ma ho dato loro supporto economico; denaro, molto denaro per essere chiari."
    " Ti chiedevano molti soldi?"
    "Si, me li chiedevano, avevano bisogno di costruirsi una loro vita e non era possibile farlo senza contanti"
    "In che cosa investivano?"
    "Non l'ho mai chiesto. Immaginavo non fosse necessario e che ad essi la richiesta non sarebbe piaciuta" La sua voce era seria e sembrava infelice.
    " Hanno investito quei soldi nel mondo degli affari?"
    "Anche lì, lo so perché volevano chiedermene di più"
    "Ti chiedevano ingenti somme?"
    "Abbastanza grandi" disse " Neanche le banche avrebbero garantito prestiti così ingenti. Tra parentesi essi mi hanno chiesto spesso di pagare i loro prestiti alle banche. Dopo tutto se fossero andati in prigione la mia reputazione ne avrebbe maggiormente sofferto. Alla fine questo è quello che mi hanno chiesto"
    "E tu credevi a quello che ti dicevano?"
    "C'era altra scelta?" Rispose con un ampio sorriso.
    "Cosa dicevano i tuoi genitori di questa cosa?"
    "Erano d'accordo a pensare che i miei soldi erano di fatto il soldi di famiglia. Dopo tutto i Jackson erano un'unica cosa, vero?"
    "E che pensieri avevi su questo accordo?"
    "Non lo so " Rispose alzando le spalle. " Ero impegnato e non ero a mio agio su quell'argomento. Il più delle volte chiedevano somme così importanti che mi sorprendevo. Anche io avevo bisogno dei miei soldi. Dovevo investire nel mio lavoro. Pensai fosse impossibile fare qualche cosa nella vita se avessi continuato a dar via soldi senza un accurata gestione"
    "Se ti costavano così tanto, come sei riuscito a comprare e costruire Neverland?"
    "I miei cataloghi" sorrise " I miei cataloghi mi procuravano la ricchezza necessaria per ingrandirmi sia nella professione che nella vita"
    "Così se tu avessi avuto di più non ti avrebbero chiesto di più anche per loro?"
    " Lo chiesero" mise le mani in tasca " Mi chiesero sempre di più ma io dissi loro che che a quel tempo avevo bisogno di soldi per crescere come artista ed essere umano. La mia famiglia era ben fornita (di soldi). Vivevano in case grandi, guidavano auto costose, e guadagnavano essi stessi. Avevo dato loro abbastanza per sistemarsi, così non avrebbero più avuto bisogno di me. Volevo aiutare associazioni benefiche, aiutare le persone, i bambini e gli artisti e chiunque avessi potuto aiutare. Dovevo costruire Neverland, costruire quel posto per i bambini. Per tutto ciò mi servivano fondi. I miei piani erano grandi. Volevo avere una scuola di musica per i bambini talentuosi ma poveri, volevo costruire un ospedale per bambini, il più grande di tutti. Volevo fare molte cose. Volevo uno studio cinematografico, una casa di produzione e volevo accrescermi come cantante e spirito creativo. Dissi loro che non sarei più stato in grado di dare tutto ciò che mi chiedevano"
    "Ad essi non sarà piaciuto neanche un po'. Cosa ne pensi?"
    "No, neanche un po'" Rispose con un sorrisetto.
    "Cosa hai fatto per placarli?"
    "Non molto, ho detto solo 'scusatemi'" Disse
    "Hai solo detto 'scusatemi'?"
    " Si" Sembrava felice della sua risposta, anche adesso.
    "L'hanno presa bene?"
    " Non mi sono trattenuto abbastanza per ascoltare il loro punto di vista" Sorrise scuotendo la testa.
    "Ma dopo ti devono aver detto qualcosa"
    "Cosa avevano da dire non mi interessava" Disse restando impassibile.
    "Okay, ora tu eri in grado di risparmiare i soldi per i tuoi progetti.
    "Si, era arrivato il momento migliore. Adesso avevo la libertà di sperimentare e dare. Ero felice"
    "Quanti anni avevi?"
    "Avevo trent'anni circa, ero famoso e adulto e avevo i soldi. Era una combinazione fantastica."
    "Cosa è andato storto ,allora?"
    "Non lo so" Rispose scuotendo la testa "Tutto quello che so è che fui pugnalato alle spalle e non da estranei"
    "Stai parlando di tuo padre?" Posi questa domanda , perché sembrava far parte della naturale sequenza delle nostre conversazioni.
    "Non c'è molto da dire su di lui" Rispose dolcemente
    "Egli non ha mai contribuito alla tua gloriosa carriera? Iniziamo da qui" Suggerii.
    Era un tipico giorno del periodo dei monsoni, e lo spettro era pronto a raccontare la sua storia.
    "Tuo padre ha contribuito o no al tuo successo professionale?"
    "No, non lo ha fatto" La sua posa era rigida e severa.
    "Non puoi completamente negare così" Insistetti.
    "Perché non me lo dici tu?" Mi chiese con un leggero bagliore nei suoi occhi spettrali.
    "Ci deve essere qualcosa che ha fatto per te"
    "Non mi ricordo"
    "Niente di niente?" Era difficile per me credere che stesse dicendo la verità.
    "Forse un piccolo senso di disciplina; l'urgenza di stare il più distante possibile da lui e avvertire quest'urgenza mi fece agire come un colibrì, che si libra nell'aria per raccogliere il nettare di centinaia di fiori. Questo fu il suo contributo"
    Rispose con poche semplici parole, seduto su un divano rosso scuro in stile Vittoriano, mentre parlava fissando il soffitto. A volta voleva dare l'impressione di essere spensierato, quasi infantile come Tom Sawyer anche se sapeva che non era Tom Sawyer e che i suoi problemi erano li.
    "Che tipo di rapporto avevano i tuoi genitori?"
    "Non era buono" Disse in modo delicato "Non fu un buon rapporto sin dall'inizio. Mio padre era un uomo duro determinato ad avere ciò che gli spettava dalla vita. Mia madre non si preoccupava dei soldi o della ricchezza materiale. Lei aveva i suoi bambini, che erano la sua vita, ognuno di noi lo era. Comunque, non hanno mai fatto progressi."
    "Come trattava tua madre?" Sospettavo che potesse non essere una grande storia d'amore.
    Arricciò il naso con un'espressione che diceva che i suoi pensieri non erano piacevoli.
    "Non era un uomo onesto" Scuotendo la testa nel suo tipico e vivace modo lo spirito aggiunse " L'avrebbe anche schiaffeggiata se gli avesse fatto domande o discusso con lui e lei avrebbe nascosto a noi l'accaduto. Se avessi sentito il suono dello schiaffo", il disgusto era dipinto sul suo volto mentre lo diceva. "Avrei preso fuoco , il fuoco mi avrebbe divorato, ma non avrei potuto farci niente. Sapevo che se mi fossi confrontato con lui , mi avrebbe picchiato e avrei creato altri problemi a mia madre."
    "E quanti anni avevi...?"
    "Ricordo che avevo sei o sette anni" Sentii che era amareggiato
    "Cosa avresti fatto allora ?"
    "Sarei stato infuriato, agitato " sorrideva come se stesse scherzando" infiammato e incavolato , con lo sguardo truce e penetrante tutte le volte che sarei passato vicino a Joseph "
    Un sorriso spazzò via la tensione dal suo viso.
    Sorrisi al pensiero di un ragazzino di sette anni che tentava di intimorire un uomo come Joseph.
    "Come reagì a questo tuo atteggiamento?"
    "Divenne più aggressivo" Disse appoggiandosi allo schienale del suo divano rosso e con espressione mesta sul viso. " Avrebbe reagito in modo quasi violento ad ogni errore avessi commesso durante le prove. Mi avrebbe preso per un braccio e scrollato , scosso come il panno per la polvere e qualche volta schiaffeggiato di fronte ai miei fratelli" Rise "Perché sapeva che odiavo essere sgridato prima degli altri."
    "Per cosa litigava con tua madre?"
    "Molte cose ma più sovente , per me. Mio padre era solito incolpare mia madre perché battevo la fiacca , sostenendo che intralciava la mia strada verso il successo attraverso le sue coccole . Per giorni non si parlavano. L'atteggiamento aggressivo di mio padre significava per noi momenti difficili . Se non fosse stato per mia madre sarei impazzito o mi sarei ucciso molto tempo fa."
    "Perché tua madre lo inaspriva così ?"
    "Perché gli diceva di essere carino con me. Gli diceva che ero la star dello spettacolo, di essere gentile con me. Gli diceva che stavo preparando uno show che sarebbe stato visto da persone che erano nel mondo degli affari. Gli avrebbe detto che con il suo comportamento mi avrebbe reso ancor più ribelle " Rise sommessamente " Joseph avrebbe soffiato fuori fuoco dalle narici.
    Era certo che in qualche modo gli avevo portato sfortuna e anche sua moglie si sarebbe messa con un signor nessuno di bassa statura "Michael era tutto sorrisi e di ottimo umore.
    "Gli portavi sfortuna? Perché pensava di te una cosa simile? E tu come sai cosa provava?"
    "Oh egli avrebbe sempre detto che io ero la sua cattiva sorte e che avevo la lingua nera. Pensava che io augurassi il male a tutti, sarebbe diventato realtà tempo dopo ."A Michael piaceva parlare di questo argomento, si divertiva posso assicurarvelo.
    "Avevi la lingua nera?" Chiesi al fantasma che sembrava apprezzare questa conversazione.
    "Ha-ha " ridacchiò "Non posso descrivere quanto mi piace questo concetto. Joseph aveva paura di me, era un sollievo" Era felice di questo ricordo.
    Sorrisi immaginando la situazione, era triste ma ciononostante era una una commedia nera.
    "Tu eri, voglio dire, avevi il dono di portare sfortuna come diceva tuo padre?"
    "No,no" Alzò le mani per fermare la mia diffusione di pettegolezzi e sorrise, " Naturalmente no. Lui era maligno, lo sapevo"
    "Eri contento che tua madre stesse contro tuo padre per te?"
    "Non lo ero" L'apparizione sembrava depressa "No, non ne ero felice. I miei fratelli si burlavano di me per quello. Mi chiamavano il piantagrane o il gin dentro al rum. Essi avrebbero detto che sono stato la causa di tutte le discussioni tra i nostri genitori. Ero turbato, indifeso e provavo orrore per essere la causa dei problemi di mia madre."
    " Hai parlato con tua madre di come ti sentivi?"
    "No," rispose con un sorrisetto " Non si usava parlare di sentimenti a casa nostra. Dovevamo rimanere tranquilli e far finta che tutto stesse andando ben tra noi. Il principio valido per tutte le questioni di famiglia era : tieni la bocca chiusa e fingi di essere felice. Diventammo tutti molto bravi in questo."
    "Ma tuo padre non lo era, lui usava molto la voce, vero?"
    "Vero, usava la voce" L'anima mi regalò un brillante sorriso.
    "Che tipo di rapporto avevi con tuo padre Michael? "
    "Se dicessi dolce amaro direi una bugia" Lo sottolineò con un muso lungo.
    "La verità è che fu un rapporto amaro fin dall'inizio"
    Non ti capisco Michael. Anche tu eri suo figlio ,come gli altri suoi figli. Perché ti trattava con così tanta ira?"
    "Forse io ero diverso. Mentre i miei fratelli gli assomigliavano di più . Forse a Joseph non piaceva lo straniero che vedeva in me" Sembrava ribelle anche adesso mentre raccontava il suo passato.
    "Ha colpito negativamente la tua vita?"
    "Che vita problematica ha avuto questo ragazzino" Pensai mentre lo spettro disse "Mio padre mi spaventava profondamente. Spaventava la mia anima, il mio cuore" Michael sembrava lottare contro le sue emozioni "Ma mia madre mi ha salvato" disse, rilassato nonostante le parole intense " E i miei fans mi hanno salvato. Mi hanno donato il rispetto per me stesso, anche se Joseph cercò portarmelo via." Vi era un'espressione di sdegno sul suo incantevole viso. "Ma mia madre non gli ha mai permesso di farlo."
    "Stai dicendo che tua madre gli impedì di fare ciò che voleva. Era dunque possibile?"
    "Eh certo che lo fermò, Era sua moglie e la madre dei suoi figli, nove figli di cui sei maschi. Non era così tenera come la gente presume."
    "Cosa ha fatto per salvarti da tuo padre?"
    "Stava proprio tra me e lui. Non ho mai saputo come faceva ma lo faceva."
    Il fantasma di Michael sospirò spostandosi sul divano rosso. Mi domandai se fosse un simbolo dei suoi obblighi o del suo estremo punto di vista.
    "Ho sonno" disse "Forse dopo questo riposerò per l'eternità"
    "Prima di andare a dormire, dimmi, perché Joseph avrebbe dovuto privarti dalla tua autostima?"
    Potei vedere Il viso di Joseph Jackson passare velocemente, fissandomi con i suoi occhi piccoli annoiati, mentre ponevo la domanda.
    "Perché spezzando me, vi avrebbe fatto sapere..." Si fermò e dopo una pausa disse "Mio padre non ha mai avuto talento" La sua voce era chiara. "Io ero quello col talento e un valore di mercato. Non pensava sarei diventato così grande. Egli pensava a me come uno strumento per portare a termine i suoi piani. Non pensava dove sarei potuto arrivare. Eravamo neri. Avevamo talento e si presupponeva fosse un buon talento ma non avremmo potuto andar oltre. Nonostante questo io andai molto oltre a quello che chiunque si aspettasse. Era irreale e causò molta angoscia ad un manipolatore come io chiamavo Joseph. Sono cresciuto forte e sapeva che ero oltre i suoi limiti e non era quello che voleva. Voleva che avessi successo per avere soldi ma non abbastanza da sottrarmi al suo controllo. Sono sfuggito a tutti i limiti messi in atto da lui. Forse spezzare la mia autostima era la sua strada per assicurarsi sicurezza."



    ...CONTINUA...





    La presente traduzione è a cura di LoveIsMagical in esclusiva per A Place With No Name Forum. In caso di diffusione integrale o parziale è obbligatorio riportare il link della fonte originale e i dovuti crediti.



    Edited by LoveIsMagical - 11/11/2013, 23:13
     
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