Michael Jackson Truth & Confession by F. Z KHAN - Capitolo 3° E il fantasma disse

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    Dirty Diana

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    Guardai fuori. Era sera, il cielo era ancora nuvoloso e il clima calmo.
    "Come hai potuto sopravvivere così a lungo, se i media erano contro di te?" Investigai sulla dichiarazione contradditoria che mi sembrava avesse esposto. Dopo tutto, gli stessi media gli diedero il titolo di artista del secolo e potente Michael Jackson.
    "Sono sopravvissuto grazie al mio talento e i miei fans mi hanno dato la possibilità di provare la mia innocenza, mentre i media non lo hanno fatto. Sono sopravvissuto perché sono stato sincero in tutto quello che ho detto alla gente ed alla Corte. La mia verità mia ha tenuto in vita professionalmente e come persona"
    "Questi media ti hanno celebrato. Ti erano amici una volta"
    "I media", chiese il fantasma in modo perplesso, " Io non ricordo quante volte i media hanno parlato di me in modo coscienzioso. Io credo che essi fossero proprio sbalorditi che un negro potesse essere così famoso." Era colmo di sarcasmo.
    "Sei razzista? Sembra così" Dopo tutto ero sorpresa che di scoprire che egli potesse avere una visione limitata come se avesse il paraocchi.
    "Non dovresti fare commenti su qualcosa che non capisci" Rispose contro battendo con tono sprezzante.
    "Io mi auguro che tu ti renda conto della ristrettezza delle tue opinioni." Replicai.
    "Cosa ne tu sai delle mie opinioni di come e perché si sono formate" Replicò con forza " le mie opinioni hanno radici nella realtà e la mia esperienza. D'altro canto stai dicendo cose senza senso."
    "Sei scortese" Ero dispiaciuta per aver ricevuto una ramanzina di quel genere dal fantasma.
    "Allora smetti di parlare se non sai" Sembrava insolitamente severo.
    "Stai dicendo che i media non ti hanno mai supportato?"
    "No, no l'ho detto. " Scosse la testa chiaramente diffidente.
    "Avevo bisogno di notizie, ed è per questo che diffondevo informazioni su di me. La propaganda procura le migliori notizie. Io ero la notizia per loro.
    "Perché hanno preso di mira te e non altri del tuo mondo?"
    "Gli altri avrebbero venduto un po' meno, io avrei venduto un po' di più; è la legge della domanda e dell'offerta questa." Le sue parole erano sempre accompagnate da un sorriso ironico.
    "Così i media erano i tuoi veri nemici?"
    "In un senso si; i media diventarono miei nemici, uno strumento che i miei nemici usarono contro di me." Era calmo nonostante l'intensità della voce.
    "I tuoi nemici erano più potenti di te?"
    "Forse erano membri della famiglia dei Faraoni" Pensai segretamente.
    "Veramente, no" Rispose ignaro di quanto io stessi pensando. "Ma molto più scaltri e crudeli di quanto mi aspettassi" Rispose sorridendo.
    "Chi erano?"
    "Lo saprai senza che io dica o urli i loro nomi, saprai di loro." La sua predisposizione per i tempi teatrali era evidente nonostante la sua espressione fosse calma e indifferente da tutto.
    "Quando lo saprò?"
    "Lo saprai" rispose con un grande sorriso.
    Poi diventò silenzioso come la sera nel periodo dei monsoni. Questo fu deprimente e depressivo. Per liberarmi da quella sensazione spiacevole, diedi un'occhiata in giro per distrarmi e notai che si era fatto buio. Accendendo la luce guardai nello specchio appeso sopra al camino di marmo che stava in un angolo della stanza e non potei non riconoscere il noto viso stanco che mi fissava da dietro.
    Sedendomi chiesi allo spirito.
    "Hai parlato molte volte del tuo talento, era molto importante per te?"
    "Il talento è stato l'unica cosa stabile e sicura della mia vita" Sembrava vivo e brillante. "Credo che sia stata la cosa più presente nella mia vita. Le altre cose andavano e venivano. Anche le persone erano presenti temporaneamente nella mia vita. Il mio talento mi ha dato sostegno, tutti gli altri se ne sono andati."
    "Avevate una buona collaborazione?"
    "Si, una collaborazione forte e affidabile" Il suo comportamento era informale e gentile.
    "Dimmi, hai amato te stesso almeno la metà di quanto hai amato il tuo lavoro?"
    "Il mio lavoro era presente ovunque. Vivevo per il mio lavoro" Il suo essere rilassato era contagioso " Io non ero così importante. Il mio lavoro e la mia musica erano le cose importanti e siccome ho amato quello che ho fatto in qualche modo ho amato anche ma stesso"
    "Ciò che sto cercando di chiederti è come ti sentivi, solo una persona o un artista?"
    "Te l'ho detto ero un uomo triste. Nessuno pensava che meritassi amore il quella dimensione." Sembrava svogliato ma continuò a parlare .
    "Forse il non essere stato in grado di amare me stesso potrebbe essere la ragione" . Rispose con voce flebile e spenta.
    Sembrava invecchiare davanti a me ma non ne ero sorpresa. Un fantasma può prendere qualsiasi forma. Ero competente in materia, guardavo film horror e leggevo racconti di fantasmi fin dalla mia infanzia. Il fantasma sembrava inoltre stanco come fiaccato dalla sua energia. Poi accadde; quello strano intenso bagliore apparve da non so dove, sospesa a mezz'aria, una sfera di luce fluttuò nell'aria per un secondo prima di scomparire dalla mia vista.
    "Sei tu questa cosa?" Chiesi spaventata e esitante.
    "Mi spiace " disse compiaciuto " Hai visto la mia energia"
    Naturalmente l'esperienza mi fece arricciare i capelli. Per la prima volta provai timore verso il fantasma anche se si comportava in modo educato e tranquillo.
    Appoggiai la matita e lasciai la stanza in modo alquanto frettoloso e turbato. Per calmarmi avevo bisogno di stare lontana dallo spirito. Tuttavia ,tornai quasi subito. Era troppo grande la tentazione di lasciarsi andare.
    "Dopo tutto , quante persone hanno avuto una possibilità come quella? Non dovrei essere amareggiata per queste piccole cose" mi dissi cercando di consolarmi.
    Provando un sottile pizzico di rancore, ripresi il mio diario e con la matita in mano mi sedetti per parlare ancora con lo spirito. Ma lui non c'era. L'assenza del fantasma rendeva il silenzio profondo; potevo avvertirne il vuoto respiro.
    "Se ne è andato?" Fu il pensiero che mi destò preoccupazione. Non avevamo ancora iniziato a discutere gli argomenti importanti. Chiusi gli occhi e chiamai il suo nome. Dopo pochi minuti d'attesa sentii una voce ma non percepivo le parole.
    "Possiamo parlare Michael?"
    "Naturalmente" Rispose ed io tirai un sospiro di sollievo.
    "Grazie"
    Egli si aprì in un sorriso.
    Avevo bisogno di fargli sapere, come i suoi fans avevano celebrato la sua vita dopo la sua morte. Come avevano condiviso i loro ricordi e la tristezza per averlo perso. Come lo avevano avvolto con il loro amore e gli avevano portato regali; delle candele, dei fiori, dei manifesti, dei peluches, delle parole amorevoli, delle loro canzoni, danze, slogan e preghiere.
    "Ti sei reso conto di come i tuoi fans ti hanno commemorato ,dopo la tua morte?"
    Con un piccolo sorriso annuì con la testa, senza pronunciare una parola.
    "Perché non dici qualcosa?"
    Il fantasma era in piedi, le mani sui fianchi e i piedi leggermente scostati.
    "Bene, Niente da dire?"
    " Sono loro grato" Disse alla fine
    "E..."
    "Auguro loro " C'era un sottile sorriso sulle sue labbra
    "Cos'altro auguri loro?"
    "Felicità" Era stato preciso e nuovamente in difficoltà. Ormai si era fatto buio e il silenzio della notte si sommava al mistero della infelice anima.
    Parlammo delle ultime notizie sulla sua morte. Sul suo viso le sofferenze di una vita.
    "Sono solo un uomo" disse con voce appena udibile " un uomo solo, un uomo morto. Posso dire la verità e lasciarla a Dio. Non posso dire loro di fermarsi devono deciderlo da soli. Devo aspettare la giustizia divina e lo farò."
    "Ma perché sei stato in silenzio così a lungo?" Domandai piuttosto agitata "Perché non hai detto niente ,quando eri in vita?"
    Girò la testa dall'altra parte, fissando la notte scura. Pareva che il buoi lo avvolgesse.
    "Ero incapace di capire perché mi odiavano? Perché volevano farmi del male?" La sua voce era triste.
    "Ero un uomo solo, non avevo una famiglia, una tribù, o un gruppo. Non ho ucciso, rapinato, rubato, fatto del male a nessuno. I bambini per me significavano vita , ho vissuto la mia vita , ho sostenuto la verità che ho detto in vita" Si girò a guardarmi
    "Non sono colpevole. Questo è tutto ciò che ho da dire" Era determinato ma il tono della sua voce era gentile.
    "Dio è misericordioso. Vedrai , giustizia sarà fatta. Torturarmi non è una cosa di cui possano essere orgogliosi."
    "Sei consapevole di quanto i tuoi fans sentano la tua mancanza?"
    Con un grande sorriso disse " Alla fine non si vergogneranno mai più di pronunciare il mio nome."
    "Non essere così duro, non è giusto che tu dica così. Mi piacerebbe tu fossi vivo constatare quanto essi ti amano"
    "Se io fossi vivo non avrei nulla da constatare, mia ingenua" Rispose con un ironico sorriso.
    Desideravo sapere cosa provasse in quel momento.
    "Cosa ti aspettavi? Hai provato a convincerli della tua innocenza? Eri tu quello nascosto dietro ad una maschera"
    Trovai ingiusto il suo sarcasmo.
    "E' una buona cosa che essi non abbiano visto molto il mio viso a causa della maschera. Ho fatto loro un favore." Era cocciuto e adamantino, per dimostrare che aveva ragione.
    "Non ti manca la tua vita sfavillante? " Ero certa che gli mancasse.
    "No, non mi manca" Rispose tranquillamente. " le vite cambiano e anche la mia è cambiata" Si fermò appena un secondo, e prendendo un profondo respiro disse " e questa nuova vita mi ha consentito di placarmi".

    Fine Terzo Capitolo




    La presente traduzione è a cura di LoveIsMagical in esclusiva per A Place With No Name Forum. In caso di diffusione integrale o parziale è obbligatorio riportare il link della fonte originale e i dovuti crediti.

     
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