Exclusive Story: Michael Jackson’s “She Was Lovin’ Me”

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    Racconto Esclusivo sulla canzone di Michael Jackson: "She Was Lovin' Me"



    Il 24 febbraio 1999 lo Shrine Auditorium di Los Angeles ospitò il 41° Grammy Awards, al quale parteciparono i più grandi artisti, produttori e dirigenti del settore musicale.

    All'epoca Elliot Straite, cantautore di talento e produttore meglio noto nel mondo della musica come "Dr. Freeze", aveva la fortuna di aver recentemente iniziato a collaborare con il Re del Pop, Michael Jackson, sulle idee per il suo prossimo album.

    Avevano registrato in diversi studi, tra cui The Hit Factory di New York e Record One di Los Angeles, così come nello studio personale di Jackson nel suo Neverland Ranch.

    Ma all'epoca dei Grammy Awards nel 1999, la coppia stava lavorando al Marvin's Room, uno studio di registrazione emblematico di Hollywood di proprietà di John McClain, un amico in comune di Freeze e Jackson.

    L'etichetta discografica di Jackson, la Sony Music, sperava di pubblicare l'album in preparazione prima del nuovo millennio, tuttavia, dopo vari rinvii, divenne chiaro che Jackson non era preoccupato di soddisfare le scadenze desiderate da loro. All'inizio del 1999, la casa discografica non aveva sentito nulla del nuovo materiale.

    Ma questo stava per cambiare.

    Cory Rooney, all'epoca Vice Presidente Senior della Sony Music Entertainment, ricorda di essere stato invitato in studio da Jackson per una rara sessione di ascolto con alcuni dei dirigenti della Epic Records.

    "Michael ci invitò in studio per ascoltare della musica perché eravamo tutti lì per i Grammy".

    La prospettiva di ascoltare ciò su cui Jackson stava lavorando era da acquolina in bocca per i dirigenti dell'etichetta.

    "Sai, per Michael voler svelare un po' della sua musica, fu un grande piacere per noi perché non aveva mai fatto nulla del genere", ha spiegato Rooney. "Raramente avevi la possibilità di ascoltare ciò su cui stava lavorando".

    Naturalmente il team della Epic Records, tra cui Rooney, accettarono la sua straordinaria offerta e andarono al Marvin's Room, dove Jackson era pronto al debutto della sua musica per loro.

    "Eravamo io, Tommy Mottola, John Doelp , Polly Anthony e David Glew - tutte persone ai posti più alti della Epic Records", ricorda Rooney.

    "Perciò entrammo nello studio e lui fece suonare una registrazione. Una sola registrazione".

    La canzone che Jackson presentò in quella sessione era quella prodotta da Freeze - "Break of Dawn" - un brano che poi sarebbe stato pubblicato nell'album 'Invincible' due anni e mezzo più tardi.

    Anche se erano andati lì aspettandosi che fosse presentato loro più di una canzone, i dirigenti della Epic rimasero entusiasti di quello che avevano sentito. Tommy Mottola, in particolare, commentò che se il resto del disco era buono come "Break of Dawn", avevano tra le mani un album di successo garantito.

    L'appetito di Mottola era stato stuzzicato. Voleva ascoltare di più.

    "Michael ci promise che avrebbe mandato un'altra registrazione qualche settimana dopo", dice Rooney.

    Durante il loro volo per tornare a casa, da Los Angeles a New York, Mottola propose che Rooney, che aveva ottenuto un enorme successo producendo hit per una serie di altri artisti, avrebbe dovuto produrre una canzone con Michael.

    Rooney colse al volo l'occasione e si mise subito al lavoro.

    "Perciò, entrai a casa mia e creai questa canzone, 'She Was Lovin' Me'. Feci la musica a casa mia, poi portai la traccia musicale agli studi della Sony per lavorare sulla demo".

    Rooney aveva appena finito di assemblare la traccia quando Mottola la sentì per la prima volta.

    "Tommy ( Mottola ) venne in studio con Danny DeVito", ricorda Rooney. "Fu divertente, Danny era incuriosito. La traccia gli piacque così tanto che disse tipo: 'Suonala ancora, suonala ancora. Oh mio Dio, è fantastica!'"

    Anche Mottola rimase colpito e insistette che Jackson la ascoltasse il prima possibile.

    "Tommy prese una demo davvero molto, molto grezza e disse: 'Amico, questa è una grande canzone, la mando a Michael immediatamente'. E gliela mandò, proprio com'era in quel suo stato grezzo".

    Inizialmente Rooney era apprensivo, preoccupato del fatto che aver mandato a Jackson la sua demo incompleta poteva scoraggiarlo dal voler registrare la traccia.

    "Ero tipo: 'Non so se sia stata una buona idea', perché, sai, se lui stava per sentirla nella sua fase grezza, allora forse avrei potuto perdere la mia occasione".

    Mottola inviò la demo grezza di Rooney a Jackson quella notte, un giovedì. Jackson, che era ancora a Los Angeles in quel momento, la ricevette il mattino dopo.

    "Tommy ( Mottola ) gliela inviò giovedì, Michael la sentì venerdì, e ti assicuro che per il lunedì seguente era a New York", ricorda Rooney. "Chiamò a casa mia e mi disse: 'Io sono pronto. Sono pronto. Sono pronto a cantare la canzone'. Ed era pronto. Io ero senza parole".

    Nonostante fosse già un produttore, cantautore e discografico affermato, l'opportunità di lavorare con il Re del Pop per Rooney fu un onore di quelli che ti rende umile.

    "Avevo già avuto tanto successo nella mia carriera con Mariah Carey, Jennifer Lopez, Marc Anthony, Mary J. Blige e le Destiny Child, poi tutto ad un tratto hai Michael Jackson che ti chiama e dice: 'Amo la tua canzone'. Non ci potevo credere".

    Lo studio di registrazione Hit Factory al 421 West 54th Street di New York sarebbe diventata la casa di Jackson e Rooney per quasi un mese, tra la fine di marzo e la metà di aprile del 1999.

    Rooney era in ansia su come poteva essere l'esperienza con Jackson e su quale sarebbe stato il suo processo creativo durante la registrazione di brani altrui.

    "A volte persone come Marc Anthony ti diranno che amano la canzone, ma vogliono cambiare questo verso o vogliono cambiare questa melodia".

    Con sorpresa di Rooney, Jackson arrivò in studio dicendo che amava la demo esattamente com'era e non voleva fare nessuna modifica.

    "Riavvolgilo. Riavvolgilo. Mi piace il modo in cui fraseggi questo. Aspetta. Lascia che lo rifaccia. Voglio essere sicuro di aver preso il tempo nello stesso modo in cui lo hai preso tu" Rooney ricorda che disse Jackson.

    "Ero incredibilmente impressionato, del tipo: 'Questo è fantastico!' Perché questo ragazzo accettava e amava ogni più piccolo elemento della mia canzone, ogni parte di essa, sai, era così surreale. Ti emoziona".

    Quando arrivò il momento di preparare le parti vocali per il brano, Jackson ebbe solo una richiesta. Sotto suggerimento del suo maestro di canto di lunga data, Seth Riggs, Jackson propose di registrare le parti vocali per il brano in due giorni distinti.

    "Nella canzone 'She Was Lovin' Me' lui passa dal cantare le strofe in tonalità molto basse alle tonalità molto alte dei cori", ha spiegato Rooney. "Quindi erano due tipi di vocalità molto diverse. Era come la voce di Michael Jackson in Billie Jean e la sua voce in Dirty Diana in un'unica incisione".

    "Fu molto garbato. Mi chiese, disse: 'Um, se per te va bene, vorrei cantare le strofe oggi perché ho scaldato la mia voce per la parti basse. E poi vorrei cantare le parti alte del coro domani, perché quando faccio canzoni e urlo come in Dirty Diana, mi piace riscaldare la mia voce per quei toni in particolare".

    "Io pensai fosse incredibile che lui mi stesse chiedendo se per me andava bene ed il mio permesso per fare in quel modo quando, sai, lui è Michael Jackson. In realtà, mi aspettavo che lui mi dicesse come lavora - quello che fa e quello che non lo fa - visto che così tanti artisti sono in questo modo. Se fosse stata Jennifer Lopez, o anche Lindsay Lohan, mi avrebbero dato ordini. Ma non Michael".

    Dopo circa venti minuti di esercizi di riscaldamento, Jackson, vestito di una camicia rossa button-down e pantaloni neri, si tolse gli occhiali da sole ed entrò nella cabina.

    "Era nella cabina al The Hit Factory e oscurammo le luci per permettergli giusto di leggere il foglio con il testo", ricorda Rooney.

    "L'ho incontrata sulla strada per Chicago, e lei era tutta sola, così ero io, perciò le ho chiesto il suo nome" cantò Jackson in una tonalità bassa sexy al suono dello schiocco delle sue dita.

    "La sua voce era così morbida e così perfetta, ma la parte più incredibile era che lui stava ballando nella cabina. Ballava tra una ripresa e l'altra, faceva schioccare le dita, pestava i piedi. Potresti sentire a malapena una ripresa senza di lui che schiocca le dita o pesta i piedi a ritmo".

    "Quando Bruce Swedien registrava Michael, creava un intero palcoscenico, come una piattaforma perché lui ci stesse sopra giusto in modo da non agganciarsi tanto al microfono, quindi lui non stava sullo stesso piano del microfono", ha spiegato Rooney. "Ma io non avevo una piattaforma come quella in quel momento. Su tutte le mie registrazioni, quando rimuovi la musica, senti lui che canta, ma senti anche che schiocca le dita, sistema i fogli, lo senti pestare i piedi e che il ritmo semplicemente si impadronisce di lui. Alcuni cantanti vanno dentro e fuori la cabina. Dentro e fuori. Dentro e fuori. Ma Michael rimase nella cabina finché non completò il lavoro".

    Dopo aver completato la prima sessione - le parti più basse della traccia e le voci di background - Jackson chiese a Rooney a che ora sarebbe dovuto tornare il giorno dopo per registrare i cori.

    "Io dissi: 'Michael, a che ora preferiresti lavorare?' E lui disse: 'Cory, non ha importanza per me - sei tu il produttore. Io sono qui per lavorare con te. Sei tu il capo. Quindi mi dici tu a che ora vuoi che io sia qui. Se vuoi che io sia qui alle 7 di mattina andrò a casa a riposare un po' e sarò qui per le 7.' Fu strabiliante".

    La mattina dopo Jackson non si presentò. Si era ammalato e non si sentiva abbastanza bene per partecipare alla sessione prevista.

    "Normalmente, se stai lavorando con una come J-Lo o Mariah, puoi rimanere in studio per giorni solo ad aspettare che si facciano vedere. E non faranno più che chiamarti per farti sapere che stanno arrivando, oppure sono in ritardo, o non verranno affatto".

    Invece, Michael Jackson non solo fu abbastanza gentile da chiamare, ma mandò un pacco regalo per esprimere le sue scuse per aver mancato la sessione.

    "Mi mandò un cesto così grande che dovetti chiamare un servizio di camion solo per venire a portarlo a casa", ricorda Rooney. "Era pieno di DVD, un lettore DVD, una piccola macchina per fare i pop-corn, tutti questi fantastici libricini sui film - quasi come dei fumetti, come piccole vecchie riviste sui film d'epoca e cose del genere. Era davvero un uomo fantastico, davvero cool".

    Ad accompagnare il cesto c'era una nota scritta a mano da Jackson.

    "Sulla nota che ho ancora, ancora la conservo, era semplicemente una cosa per dirmi: 'Perdonami per non essere riuscito a venire', a causa della sua malattia".

    Rooney chiamò Jackson per ringraziarlo per il pacco ed i due finirono per parlare al telefono per un bel po' di tempo.

    Dopo un paio di giorni di riposo Jackson tornò in studio, sempre con il suo maestro di canto Seth Riggs al seguito.

    Jackson avrebbe invitato Riggs per ogni sessione e lui avrebbe scaldato la voce di Michael in base al tipo di suono che mirava a raggiungere durante la sessione. In quel caso, era lo stile "rock" grintoso per le parti del coro.

    Jackson, un vero professionista, arrivò a quella vocalità rapidamente e senza problemi.

    "Si poteva sentire la magia nella stanza. Erano tutti eccitati a riguardo. Fu pazzesco!" ricorda Rooney.

    Una volta che tutte le parti vocali furono registrate, l'unica cosa che restava da fare era rivederle e compilarle.

    "Michael compose lui stesso la versione finale delle voci", ha rivelato Rooney. "Compose tutta la sua roba. Si sedette lì con carta e penna e riesaminò tutte le sue registrazioni, scegliendo tutte le sue preferite. Montò tutto l'insieme. Gli ci volle circa mezz'ora perché ne aveva fatte diverse. Se ascolti le registrazioni, puoi sentirlo dire qualcosa e imitare gli strumenti e i suoni. Usammo alcune delle voci che avevo registrato dai suoi esercizi di riscaldamento con Seth Riggs. Le usammo come improvvisazioni nel mezzo della canzone perché suonavano in modo così sorprendente. Era molto soddisfatto".

    Una volta che Jackson fu soddisfatto della composizione vocale, indirizzò Rooney al suo arrangiatore di fiducia, Brad Buxer, per rifinire le transizioni.

    Buxer, un musicista di talento in tutto e per tutto, è noto per i suoi contributi ad alcuni dei pezzi più acclamati di Jackson, tra cui " Who Is It ", " Stranger In Moscow " e " Earth Song " .

    "Michael mi mandò ad incontrare Brad Buxer, che mi aiutò a fare un paio di modifiche qua e là per ripulire quello che avevamo composto insieme".

    Anche se il processo di registrazione non prese affatto molto tempo, Jackson e Rooney trascorsero quasi un mese in studio a lavorare sul brano.

    "Trascorremmo così tanto tempo... Direi che lavorammo per ben due settimane solo sugli aggiustamenti. Non solo la voce, ma cose diverse, composizioni. E ci vollero due settimane perché passammo più tempo a ridere, scherzare, parlare e a divertirci in studio. Allungammo i tempi solamente per divertirci. Alla fine trascorremmo la maggior parte del mese di aprile nello studio a macchinare e programmare. Lo usammo tipo come quartier generale per avere davvero pronta la registrazione".

    Ad un certo punto durante le loro sessioni al The Hit Factory, Jackson e Rooney lasciarono lo studio per andare a vedere il mago David Blaine esibirsi nel numero in cui si seppelliva vivo.

    Blaine fu sepolto circa a sei metri di profondità al Donald Trump Development (era il 5 aprile 1999, Blaine rimase sepolto per una settimana, ndt).

    "Era come un grande schermo e tutti andavano a vederlo. Sai , dove potevi guardare giù verso la terra e potevi vederlo attraverso il plexiglas. E Michael era come 'Wow!' Perciò andammo laggiù".

    Anche se il lavoro di Rooney era produrre canzoni di successo per gli artisti, sentì che Jackson aveva bisogno di qualcosa di più che semplicemente il suo nome in cima alle classifiche.

    Lui sentì che Jackson aveva bisogno sia di un alleato nella casa discografica che di un amico.

    "Avrei potuto approfittare della situazione e provare a produrre sei canzoni e convincere Michael a registrarle, ma non mi importava questo. Volevo solo dargli qualsiasi cosa di cui lui avesse bisogno in quel momento. E sentivo come se avesse bisogno di divertirsi e di avere un amico più che qualcuno cercasse di spingerlo sulle canzoni. Sinceramente fu questo ciò che sentii veramente nel mio cuore. Passammo insieme dei grandi momenti".

    Sei settimane prima, al Marvin's Room di Los Angeles, Jackson aveva promesso che avrebbe mandato a Tommy Mottola qualcosa di più dal suo nuovo materiale. Fedele alla sua parola, poco dopo aver concluso la sessione con Rooney, Jackson inviò a Mottola un'altra traccia.

    "Ero nell'ufficio di Mottola a parlare con lui di qualcosa, stava mangiando il suo pranzo, e disse: 'Oh, mentre sei qui, Michael ha inviato un'altra registrazione. Ascoltiamola". Così, mise il CD e si sentì solo: 'Your love is magical, that's how I feel'. Sai, è la canzone Speechless. Era semplicemente fantastica. Tommy era tipo: 'Oh mio Dio, hai sentito che voce? Quello è il Michael di cui sto parlando!' Voglio dire, quell'intro da sola con solo la sua voce fece andare Tommy giù di testa. E poi scende semplicemente in: 'Speechless, speechless, that's how you make me feel'. Lo fece proprio andare giù di testa".

    " Speechless" era solo la seconda traccia dal nuovo progetto di Jackson che Mottola aveva sentito. A questo punto non aveva nemmeno sentito la versione di Jackson di "She Was Lovin ' Me".

    Jackson era molto protettivo nei confronti della musica su cui aveva messo la sua voce e anche se le voci erano complete, Rooney non aveva ancora concluso il mix finale per il brano.

    Ma fu in quel momento che subentrò il rapporto di collaborazione tra Jackson e Rodney "Darkchild" Jerkins.

    "Stava a me finire la musica ( per 'She Was Lovin' Me' ), per rendere il brano musicale migliore e più forte", ha spiegato Rooney. "E ho completamente perso l'opportunità di farlo perché mi sono così preso nel tentativo di aiutare Rodney Jerkins a realizzare per Michael".

    "'She Was Lovin' Me' era una grande canzone, ma non sarebbe stato il primo singolo. Non era quello che la casa discografica stava cercando. Michael voleva che fosse un singolo ad un certo punto, ma voleva un grande ritmo per il primo singolo, sai, e per quella registrazione non l'avevamo ancora ottenuto".

    Rooney credeva fortemente che Jerkins fosse l'uomo in grado di consegnare a Jackson il tipo di brano per cui si stava dando da fare. Tuttavia, dopo il loro primo incontro in merito a una possibile collaborazione, Jackson non era convinto.

    "Non è che lui non abbia talento - ha molto talento", disse Jackson di Jerkins, "ma il suo lavoro suona come tutto ciò che c'è fuori adesso. Ho bisogno di un nuovo suono 'Michael Jackson'. Non voglio suonare come Brandy e Monica. Voglio portare la gente dove non sono mai stati prima dal punto di vista sonoro".

    Così, invece di rifinire la musica per 'She Was Lovin' Me', Rooney spese una buona parte dell'anno seguente ad alimentare il rapporto tra Jerkins, il suo team di scrittura/produzione "Darkchild" e Jackson.

    Per portarlo nella giusta direzione, Rooney ricorda di aver dato qualche consiglio a Jerkins che precedentemente erano stati dati a lui da Carole Bayer Sager - un amico e un co-compositore di Jackson.

    "Carole mi aveva detto che Michael è un narratore. Disse che Michael ama raccontare storie nella sua musica. Se si ascolta 'Billie Jean' è una storia. Se si ascolta 'Thriller' è una storia. Se si ascolta 'Beat It' è una storia. Ama raccontare una storia".

    E così Jerkins e il suo gruppo misero il consiglio in pratica, scrivendo storie in forma di canzoni R & B di forte impatto per Jackson.

    I risultati includevano brani come "You Rock My World" ( il primo brano di Darkchild registrato da Jackson e, alla fine, il primo singolo estratto dall'album 'Invincible' due anni dopo), "Unbreakable" ( la preferenza personale di Jackson come primo singolo ), "Heartbreaker", "Privacy " e "Threatened", tra gli altri.

    "Prima che lo si sapesse, il disco era finito", ricorda Rooney.

    "Allora [ Michael ] e Tommy ( Mottola ) cominciarono a litigare. E dal momento che tutti al mondo sanno che io ho lavorato così a stretto contatto con Tommy, la gente ha iniziato a cercare di mettere zizzania tra noi".

    "E' come se Mottola avesse un po' giocato a tirarmi lontano dal progetto di MJ per iniziare nello stesso momento un album di Jennifer Lopez, un album di Marc Anthony e un album di Jessica Simpson. Quindi, ero così preso che la nave 'Invincible' cominciò a navigare ed io non potevo tornare indietro per finire 'She Was Lovin' Me'".

    Quando l'album 'Invincible' uscirà a fine ottobre 2001, i rapporti tra Jackson e la Sony si erano del tutto inaspriti.

    Le idee di Jackson, tra cui un cortometraggio di 18 minuti per il brano "Unbreakable", venivano ignorate e il marketing per l'album era tenuto al minimo. Sony rifiutò di comprare uno spazio promozionale per l'album durante il concerto celebrativo per il 30° anniversario di Jackson, che sarebbe stato visto da 26 milioni di americani.

    In seguito, Jackson accusò Sony - nello specifico il presidente dell'etichetta Tommy Mottola - di sabotare le vendite dell'album, tra le altre cose. E a causa della stretta relazione di lavoro di Rooney con Mottola, cominciarono a vorticare tutti i tipi di dicerie, tra cui un'accusa secondo cui Rooney stava agendo come "spia" personale di Mottola.

    Rooney insiste che queste voci erano del tutto false e dice che Jackson lo pregò di non permettere ai media e ai dirigenti discografici guidati da un'agenda di rovinare la loro amicizia.

    "Michael mi contattò personalmente e disse: 'Cory , non lasciare che queste persone facciano a noi e alla nostra amicizia quello che fanno a tutti gli altri.'"

    Rooney ribadisce che si vedeva forse l'unico vero alleato di Jackson nella casa discografica.

    Una volta pubblicato l'album 'Invincible', Rooney cominciò a chiedersi quale sarebbe stato il destino dell'inedito "She Was Lovin ' Me".

    "Ogni volta che parlai con lui o mi imbattei in lui dopo l'uscita di 'Invincible', menzionava la canzone. Diceva: 'Ascolta, QUALUNQUE COSA TU FACCIA, NON DARE LA CANZONE ALLA CASA DISCOGRAFICA, PERCHE' TUTTO CIO' CHE ANDRANNO A FARE SARA' BUTTARLA SU QUALCHE COMPILATION'".

    "L'ultima volta che parlai con lui fu circa 8 mesi prima che morisse. Parlammo del brano, ridemmo e scherzammo su un paio di cose. Mi disse che era a Las Vegas e che stava facendo avanti e indietro. Gli dissi che stavo programmando di andare a Las Vegas e speravo potessimo incontrarci quando sarei arrivato lì. Ma in realtà non riuscii mai ad andare a Las Vegas".

    "In quell'ultima conversazione, parlammo di usare 'She Was Lovin' Me' per il suo prossimo progetto. Disse che stava per mettersi in una posizione in cui avrebbe cominciato ad organizzare nuove canzoni e cose del genere. Disse: 'Questo disco è così valido che dobbiamo arrivare a capire qualcosa di buono da farci'".

    Purtroppo Michael Jackson non ha mai avuto la possibilità di ascoltare "She Was Lovin ' Me" nel suo stato finale. Invece Rooney, con l'aiuto del nipote di Jackson, Taryll , ha portato la musica del brano a compimento dopo la sua morte.

    Jackson offre una vocalità emotivamente potente nel brano, piena di dolore e frustrazione. I versi raccontano con delicatezza la storia intima di un incontro fra Jackson e una donna che lui crede presa da lui, prima di scatenarsi su una chitarra furiosa nei cori.

    "Chiunque abbia ascoltato quella canzone dice che è una delle migliori canzoni che abbiano sentito di Michael negli ultimi dieci anni della sua carriera", dice Rooney - e hanno ragione. E' il Re del Pop che si gode il rock al meglio di sé.

    "She Was Lovin' Me" finora resta un inedito.

    Fonte: DAMIENSHIELDS.COM // Traduzione: pagina sociale 'Un Michael da conoscere & tutte le verità'
     
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