Siedah Garrett: "Vi racconto il mio Michael Jackson, mi ha cambiato la vita"

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    Siedah Garrett:

    "Vi racconto il mio Michael Jackson,

    mi ha cambiato la vita"



    L'autrice di "Man in the mirror" e protagonista del duetto su "I just can't stop lovin' you" è di scena al Rainbow MagicLand di Roma per il memorial day dedicato al Re del pop


    È l'autrice di Man in the mirror, uno dei singoli di maggior successo dell'album Bad di Michael Jackson, e la sua voce si intreccia con quella del Re del pop nello stesso album su I just can't stop lovin' you. Siedah Garrett è una delle cantanti e autrici più richieste d'America: ha scritto tra gli altri per Donna Summer, Madonna e Jennifer Hudson, la cui Love you I do le ha permesso di vincere un Grammy nel 2006, ma è il suo legame con Jackson che continua a portarla in giro per il mondo come testimonial di una delle più grandi figure del pop internazionale. Venerdì 29 agosto la Garrett sarà ospite del Rainbow MagicLand, il parco divertimenti alle porte di Roma, per il "Michael Jackson day" nel giorno in cui il Re del pop avrebbe compiuto 56 anni.

    Signora Garrett, qual è l'eredità culturale che ci lascia Michael Jackson?
    "Innanzitutto le sue canzoni, un repertorio vastissimo che possiamo continuare ad ascoltare ed apprezzare. Musica che rappresenta il risultato del suo affascinante viaggio su questa terra, il prodotto delle tante vite musicali che ha vissuto, dei mille cambiamenti nel suo modo di cantare, di ballare, di comporre. Purtroppo non c'è un altro Michael al mondo, e non ce ne potrà mai essere un altro".

    Per lei personalmente cos'ha significato incontrarlo?
    "Non è retorico dire che ha cambiato la mia vita, letteralmente. Me lo presentò Quincy Jones. Michael accettò di cantare una canzone che avevo scritto, Man in the mirror. Poi registrammo in studio un duetto, I just can't stop loving you. Da allora mi sembra di averlo sempre accanto, tutti i giorni, in ogni cosa che faccio lui c'è. È dappertutto, e credo sia così per molti, è più presente oggi di quando era in vita".

    Che tipo di persona era Michael Jackson?
    "Non posso dire di averlo frequentato così tanto da poter esprimere un giudizio su di lui: abbiamo trascorso per una settimana tra le 8 e le 10 ore al giorno in studio per registrare il duetto in inglese, in spagnolo e in francese: era sempre carino con me, si informava sulla mia infanzia di bambina nera a Los Angeles. Poi, nell'anno e mezzo in giro per il mondo per il Dangerous world tour, tra '92 e '93, lo vedevo davvero soltanto sul palco nelle due ore dello show".

    Fu il tour del primo crollo nervoso e fisico per Jackson: cominciò ad abusare di antidolorifici. Ha mai notato questa sofferenza durante quei concerti?
    "Sì certo, in alcuni show si notava questa sua sofferenza. Il pubblico non poteva accorgersene, era in delirio, noi invece lo vedevamo tutte le sere sul palco e se aveva dolore o qualche problema lo notavamo subito. Successe per stanchezza, o esaurimento nervoso, non saprei dire con esattezza".

    Cos'ha provato quand'è morto?
    "L'avevo sentito al telefono dieci giorni prima che morisse ed erano almeno dodici anni che non ci sentivamo né vedevamo. Gli dissi che ero pronta a seguirlo in tour se mi avesse chiamato. Si stupì, non credeva davvero che avendo io avuto una nomination all'Oscar mi potesse ancora interessare andare in tour con lui. Ma ero sincera. Fu strano apprendere della sua morte, non me l'aspettavo, era così felice di tornare sulle scene con i concerti di Londra".

    Il messaggio di Michael Jackson contro le discriminazioni razziali sembra rimanere inascoltato, specialmente in America a giudicare dai fatti di Ferguson.
    "Non vorrei mai essere un giovane nero oggi in America. Conducono una vita davvero dura, stanno diventando rari: i giovani neri sono quasi tutti drogati o in prigione o vengono uccisi. L'America non è un posto sicuro per loro proprio a causa dello stigma della discriminazione razziale. Ma per questo il messaggio di Michael diventa più forte oggi di allora: negli anni Ottanta e Novanta poteva essere travisato, o ignorato, oggi è più urgente che mai e anche i più giovani sembrano rendersene conto".

    Cosa farà nel Memorial day al Rainbow Magicland di Valmontone?
    "Prima risponderò alle domande del pubblico sul mio rapporto con Michael, firmerò autografi, poi canterò tre canzoni: Man in the mirror, I just can't stop loving you e una canzone che ho scritto due anni fa come una risposta al nostro duetto: si intitola Keep on lovin' you, e dice le cose che avrei voluto dirgli prima che morisse ma non ho fatto in tempo, su come abbia cambiato la mia vita".



    http://www.repubblica.it/spettacoli/musica...ckson-94606913/
     
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